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Il futuro della combustione è bio: guida agli e-fuel

News Partner 2 anni fa
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Che il futuro della mobilità sia sostenibile, è un dato di fatto. Il punto su cui ancora ci si scontra riguarda il tipo di alimentazioni che saranno tollerate dalle nuove normative, alcune delle quali sono ancora in discussione. A livello europeo, è chiaro che uno step fondamentale sarà costituito dall’anno 2035, anno in cui si segnala il passaggio alle sole alimentazioni a zero emissioni. Cosa implica questo per i biocarburanti?

La normativa europea per il 2035

Il 2035 rappresenta un importante giro di boa per la mobilità a zero emissioni. Di fatto, nelle attuali disposizioni dell’agenda europea, si spalancano le porte a tutti i veicoli elettrici, in quanto sovrani indiscussi, ma non unici, degli spostamenti a zero emissioni di Co2 nell’atmosfera. Dal 2035 infatti sarà decretato lo stop a tutte le immatricolazioni di veicoli a motore endotermico, a diesel o benzina, nel rispetto della neutralità carbonica che si intende raggiungere entro il 2050.

Esistono delle deroghe a queste disposizioni, relative a quelle case automobilistiche che producono e immatricolano meno di ventiduemila furgoni o diecimila veicoli l’anno. Non di meno, alcuni governi vorrebbero l’apertura di uno spiraglio per tutti i combustibili sintetici. Tuttavia, per adesso gli RNBO, ossia i combustibili rinnovabili di origine non biologica, sembrano essere del tutto esclusi. Tra i governi che più si aspettavano un’apertura a combustibili alternativi spicca proprio quello italiano.

La situazione in Italia

Nelle parole di Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Italia dovrebbe spingere verso un’applicazione diversa della normativa europea, più tollerante verso l’uso di motori termici alimentati da carburanti di origine sintetica, così come da combustibili rinnovabili di origine biologica. Abbattere il motore endotermico in toto significherebbe infatti danneggiare l’industria dell’auto italiana, che è una parte importante dell’economia nazionale.

A questo punto, l’obiettivo è quello di dimostrare la neutralità in termini di emissioni di tutti quei biocarburanti che potrebbero trovare posto nel range di tolleranza europeo. Diventa dunque centrale la prima fase di monitoraggio prevista dall’agenda UE, datata 2026. Entro questa data, sarà essenziale dare fondamento scientifico tangibile a questo assunto: se i biocarburanti sono a zero emissioni di Co2 e dunque tecnologicamente neutrali, sarà possibile aprire un’altra deroga alla chiusura delle immatricolazioni per i motori endotermici in Europa.

Politicamente parlando, l’obiettivo di Pichetto Fratin è condiviso anche da altri ministri, quali Matteo Salvini, addetto a Infrastrutture e Trasporti, e Adolfo Urso, per Imprese e Made in Italy. Destinatario degli appelli dei 3 ministri è Frans Timmermans, presidente della Commissione UE addetta all’agenda per la neutralità carbonica. Più complesso diventa il rapporto con la Germania, che invece punta particolarmente sugli e-fuel di origine sintetica, piuttosto che sui biocarburanti desiderati dai ministri italiani.

Le prospettive per la mobilità futura

Si deduce ancora una volta che il concetto di neutralità carbonica, e dunque di una mobilità a zero emissioni, è piuttosto ampio. A questo obiettivo comune si può arrivare tramite strade diverse, che in linea teorica non dovrebbero escludersi a vicenda. Una mobilità decarbonizzata è quanto di più desiderabile ci sia per le aziende che desiderano restare in linea non soltanto con gli obiettivi europei, ma anche con le esigenze e la sensibilità contemporanee in termini di sostenibilità e attenzione all’ambiente.

In questo senso, portarsi avanti con il percorso di decarbonizzazione è d’obbligo. Le tappe da evidenziare sono quella del 2026, data in cui è previsto un primo monitoraggio da parte della Commissione UE per il Green Deal, e quella del 2030, anno in cui si dovrebbe raggiungere la soglia di decarbonizzazione delle immatricolazioni al 55% per le auto e al 50% per i veicoli commerciali. Data questa soglia, esistono delle soluzioni particolarmente adatte, come la formula del noleggio di noleggiolungoterminefurgoni.com, per aggiornare la propria flotta aziendale e puntare su veicoli commerciali a zero emissioni prima delle due date evidenziate.

Per il resto, adesso che Italia e Germania sembrano muoversi su due assi diversi, prediligendo alimentazioni differenti, biologiche o sintetiche, è difficile stabilire se verranno effettuate altre deroghe alle disposizioni europee. Di certo, molto dipende dalle decisioni della Commissione UE. Una soluzione puramente elettrica potrebbe favorire quei mercati stranieri che hanno fatto di batterie e auto elettriche un’industria dominante nel panorama mondiale, quale è la Cina. Di contro, un abbattimento completo delle auto termiche potrebbe significare allo stesso tempo una contrazione dell’industria italiana. Non resta che augurarsi un’apertura da parte dell’Europa ai biocarburanti.

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